Catalogo dei viventi/2
“In reparto
poi vedo queste ragazze, sui trent’anni, aspettano anche loro l’ecografia e
sono tese, tese come una corda di violino. Ma io mi dico: bella, hai
trent’anni, le chance ce le hai ancora. Se non va bene questa gravidanza ci
puoi riprovare. Io a 48 anni se non prendo questo treno l’ho perso per sempre,
eh”
In linea di
massima ha ragione, però vorrei dire alla mia interlocutrice che magari anche
qualcuna di quelle ragazze di trent’anni può avere un problema, un problema di
salute, per cui aspetta con ansia il controllo. Ma decido di sintonizzarmi
sulla *modalità empatia esclusiva per il mio interlocutore on*, e lascio perdere.
“Io a 48
anni o va bene questa o altrimenti niente”
“Eh hai
ragione. Con tutta la fatica che hai fatto... speriamo dai”
“Sì. Ma
sono stanca. Stanca. Sono al quarto mese e sono stanca. Angosciata. Non sento
che si muove, non lo sento. Mi inquieta questa cosa di averlo dentro, mi
inquieta. Vorrei che me lo togliessero e lo facessero crescere in un vaso di
vetro, sul mio comodino, posso dirlo? Così lo vedo, vedo che sta bene e mi
tranquillizzo.”
“Ma no dai!
Sai che questa cosa c’è paro paro in un libro per ragazzi di tanto tempo fa?
Non un romanzone eh, un libretto così, di narrativa, si chiamava ‘Nato nel
1999’. C’era il protagonista, Karl se non sbaglio, che nasceva in vitro. In una
provettona, in cui degli scienziati avevano ricreato l’ambiente del ventre
materno. Però lui alla fine era un po’ freddino eh. E siccome aveva qualche
problemino emotivo poi, faceva una psicoterapia con ipnosi che lo riportava
alla sua vita neonatale, e lui, che non sapeva niente del modo in cui era nato,
estraeva solo come unico ricordo dei ‘visi che lo fissavano’.”
“Ma pensa
tu”
“Sì, erano
i visi degli scienziati che avevano partecipato all’esperimento. Per questo era
un po’ freddino e anaffettivo. Vedi che ci vuole la pancia della mamma?” le
sorrido.
Mi sorride
anche lei. Guarda la panciona, già grossa, tesa su un vestito nero gigante di
maglia e ci appoggia sopra le mani, una sotto e una sopra.
“Ma stai
facendo foto della tua maternità? Il pancione che cresce...”
“No.
Edoardo sarebbe anche un bravo fotografo... ma non ci pensa”
“Mannaggia...
chiediglielo! Sarà bello per te e per il bimbo avere delle tue foto di questo
periodo!”
“Hai
ragione, non ci avevo pensato. Dovrò attrezzarmi”
“Ecco,
brava.”
“A Edoardo
non gliene frega niente. È solo noioso, fastidioso... È in piena adorazione
dell’amante. Gli ho trovato una chat con un collega di ospedale sul cellulare
in cui dice di lei: è una dea! “Con quel corpo e quello stacco di coscia”,
testuale. Che poi è obesa eh questa qui, non sovrappeso, obesa eh. Di me invece
ha scritto che sono intelligente ma sono la classica biondina slavata”
“...non so
cosa dirti”
“Ma sì
guarda. Si sta rivelando un pazzo totale... A volte arriva in piena notte
dall’ospedale e mi dice che sono la donna della sua vita”
“Bè dai,
state per avere un figlio insieme, accidenti”. Cerco di dissimulare il mio
pensiero, lui è evidentemente un pazzo da cui fuggire a gambe levate e pure lei
non scherza buondio. Però c’è un moccioso che deve nascere e io mi sento di
voler essere incoraggiante.
“Sì, è
vero. Non me ne fregava niente di avere un figlio, prima. Negli ultimi anni...
non so cosa mi sia successo. Non ti dico che fatica. E prendi gli ormoni, fai gli
esami... è anche una cosa economicamente non da tutti, io almeno lo potevo
fare. Mi sono trovata questa donatrice di 23 anni... però il padre è lui. E
spero di arrivare in fondo a sta gravidanza. Mi hanno già detto che dovrò fare
il cerchiaggio probabilmente”
“Eh sì ho
capito”
“L’utero di
una donna di 48 anni praticamente si sta sfaldando, un cerchiaggio ci vorrà
quando progrediremo nella gravidanza”
“Immagino.
Dai, si farà... Non ci pensare adesso. Un passo alla volta”
“Sì giusto.
La sua amante l’altro giorno gli ha detto: non riconoscere il bambino! O
altrimenti speriamo che muoia”
“Ellamadonna!
Ma no...”
“Sai che mi
è venuto uno schifo? Mi veniva da piangere”
“Ma dove
l’ha trovata questa? Che donna è? Cazzo meno male che è medico anche lei.
Ma soprattutto scusami, ma anche lui... e te lo viene pure a dire adesso che
sei in gravidanza?”
“Senza
pietà”
“Guarda,
ora cerca di concentrarti solo sulla tua gravidanza. Speriamo che gli esami
vadano sempre tutti bene”
“Sì,
speriamo. Che ansia”
“Lo
capisco.”
“Mi manca
il vino.”
Rido: “Sì
eh?”
“Sì,
tantissimo. Non ce la faccio più co 'sto crodino. Ieri eravamo al ristorante con
Edoardo, abbiamo festeggiato l’eco che era andata bene...”
“Bravi”
“E lui mi
metteva il bicchiere davanti! Che stronzo. Però lo faceva per ridere. Non è che
sia sto gran bevitore”
“Eheh dai,
tieni duro che tra un po’ ti rifarai!”
“Guarda non
vedo l’ora. Ad Edoardo ieri ho anche fatto una foto. Eccolo qui. Qui ha anche
un po’ l’espressione da bambino. Del resto è molto più giovane di me. Guarda
che bello. Per me è bellissimo”
“Eh dai è
giusto, è il tuo uomo! Deve essere bellissimo per te!”
“Si lo è
secondo me. Ieri era tutto emozionato per l’ecografia”
“Dai, vedi?
Magari quando nascerà il bambino sarà più centrato” rido.
“Speriamo.
Lui è troppo altalenante. È anche un tipo geniale a volte”
“Ma
infatti, io penso sia intelligente, ha un sacco di interessi”
“Sì, è
così. Però ha l’amante. E me ne parla pure”
“Ehhh cosa
ti devo dire. Almeno lui è geniale. Pensa quelle che si fanno tradire da uomini
mediocri, manco geniali”
Scoppia a
ridere. Le si muove tutta la pancia.
“Cacchio
hai ragione!! Almeno lui è geniale, almeno questo” ride irrefrenabilmente.
“Ma sì,
infatti, vedi il lato positivo no?”
Ridiamo.
Aggiunge:
“Questa gravidanza sembra aver distrutto tutto. Anche il cane e il gatto sono
impazziti, sono andati fuori di testa, sul serio. Si è rotta l’armonia. Io
spero che le cose si aggiustino. Che Edoardo prenda le sue decisioni, qualunque
siano, ma che le prenda, per carità di Dio.”
Guardo
questa donna. Col pancione della gravidanza a 48 anni. In una relazione con un
tizio che c’avrà anche un lavoro importante ma che mi sembra rassicurante
quanto Norman Bates e che ha pure scelto come donatore per concepire un bambino
inseminato artificialmente. E poi penso a lui, al bambino, che si troverà
sbalzato in questo contesto…pure il gatto e il cane già lo odiano, cazz, peggio di così.
Riguardo
questa donna. La sua mi sembra un’impresa talmente squinternata da meritare del
tifo, forse, alla fine. Ha un’ostinazione tale nel perseguire ciò che ha
desiderato sopra ogni cosa che non mi sento di muovere critiche di sorta. In
fondo non siamo nessuno per giudicare i desideri degli altri.
“Ma dai
cara, sicuramente... state per avere un figlio insieme... è stato un bimbo
cercato, voluto”
“Lo spero”
“Speriamo
in bene dai. Stai tranquilla. Pensa a quando nascerà che felicità…” Io che
faccio l’elogio della maternità buongesù, sono proprio la persona adeguata.
Ma evidentemente riesco ad essere convincente. Lei sorride. Ottimo. Del resto era quello che volevo
comunicarle per davvero. “Dai pensaci, sei al quarto mese… Tra un po’ il più sarà
fatto. Pensa alla felicità che proverai quando lo avrai così piccino tra le
braccia!”
Continua a sorridermi.
Si rasserena per un istante.
Ma
soprattutto, penso dentro di me, pensa al momento in cui potrai farti di nuovo
un calice di rosso, ché dopo questa chiacchierata ne sento un po' il bisogno pure io.
Milano, ottobre 2018