giovedì 28 febbraio 2019

Per una Comédie humaine mediolana: catalogo dei viventi della città di Milano


In questo mio bloggo ho sempre più considerato i luoghi che le persone. Ho raccontato la toponomastica sentimentale della città in cui vivo: la presenza umana c’è sempre stata, nei miei pezzi, tra arguti custodi di museo, baristi, impiegate di banca, ingegneri di Shenzen, persone del cuore (partecipanti o meno al giuocone), forestieri menati per la città; presenza umana sì, ma solo in tracce. In fondo il core di questo scanzonato spazio sull'internet è stato il narrare la città attraverso i posti del mio cuore.

In questo rilancio a rilento del bloggo, annunziato mesi fa ma un tantino disattesello, voglio però dare più spazio alle persone. In tre abbondanti decenni di vita mediolana trascorsa all’ombra della Madunina ho raccolto più o meno brevi incontri del tutto fortuiti con persone e personaggi con cui si sono intrecciati dialoghi bizzarri e significativi, a volte profondi come pozzi altre volte perfettamente, splendidamente surreali. Brevi interviste con uomini fantasiosi, per parafrasare l'autore di Infinite (indi)jest. Ognuno di questi dialoghi mi ha lasciato qualcosa. È un carnet di fatti, opinioni, storie di vita, di lavoro, di corna, di salute e malattia che alla fine costituiscono il nucleo pulsante della città. È un catalogo di viventi, ognuno con la sua piccola storia un po’ strana, un po’ sbagliata, un po’ sopra le righe e imperfetta, e proprio per questo autentica, vera, in ultima istanza normale. Storie come tante ma mai identiche a nessun altra. Storie che in ogni loro sfumatura ci ricordano che il mondo là fuori è composito, che ciascuno di noi ha i propri segreti, i propri tic, le proprie passioni, le proprie speranze, i propri pensieri e a volte ha anche la voglia di raccontarli. Di cercare un dialogo, un ponte, un contatto. Ciascuno di noi ha la propria vita insomma. La fiumana che sale le scale in metropolitana al mattino è più varia di quanto possiamo immaginare vendendoci al di fuori muovere tutti allo stesso passo, tutti alla stessa ora, tutti nella stessa direzione, tutti vestiti col cappotto nero.

Posso dire che ogni dialogo che riporterò in questa nuova fiammante rubrica è vero e accaduto realmente, senza coloriture romanzesche. Altrimenti che gusto ci sarebbe? Lo giuro con la mano sul Manifesto del Partito Comunista, potete fidarvi diamine! Non so se sono io ad attirare certe confidenze, non saprei. O forse è il mio buon vecchio occhio miope che ancora sa individuare, nella folla monocolore di cui sopra, le persone più interessanti, più ganze, più più.
Una storia di Milano per persone, non solo per luoghi.
Un catalogo di viventi e di scambi umani, dispiegati in modo del tutto casuale tra le maglie di questa città, nei luoghi e nelle circostanze più disparate.
Benvenuti in questi nuovi squarci di verità della città di Milano, dei suoi abitanti, dell’amore che ho per questa città e per le perle che ogni giorno butta sul mio cammino sfidandomi ad accorgermene  e a raccoglierle. E a custodirle.