In questo mio bloggo ho sempre più considerato i luoghi che le
persone. Ho raccontato la toponomastica sentimentale della città in cui vivo:
la presenza umana c’è sempre stata, nei miei pezzi, tra arguti custodi di
museo, baristi, impiegate di banca, ingegneri di Shenzen, persone del cuore
(partecipanti o meno al giuocone), forestieri menati per la città; presenza
umana sì, ma solo in tracce. In fondo il core di questo
scanzonato spazio sull'internet è stato il narrare la città attraverso i posti
del mio cuore.
In questo rilancio a rilento del bloggo, annunziato mesi fa ma un tantino
disattesello, voglio però dare più spazio alle persone. In tre abbondanti decenni di vita mediolana trascorsa all’ombra della Madunina ho raccolto più o
meno brevi incontri del tutto fortuiti con persone e personaggi con cui si sono
intrecciati dialoghi bizzarri e significativi, a volte profondi come pozzi
altre volte perfettamente, splendidamente surreali. Brevi interviste con uomini
fantasiosi, per parafrasare l'autore di Infinite (indi)jest. Ognuno
di questi dialoghi mi ha lasciato qualcosa. È un carnet di fatti, opinioni,
storie di vita, di lavoro, di corna, di salute e malattia che alla fine
costituiscono il nucleo pulsante della città. È un catalogo di viventi, ognuno
con la sua piccola storia un po’ strana, un po’ sbagliata, un po’ sopra le
righe e imperfetta, e proprio per questo autentica, vera, in ultima istanza
normale. Storie come tante ma mai identiche a nessun altra. Storie che in ogni
loro sfumatura ci ricordano che il mondo là fuori è composito, che ciascuno di
noi ha i propri segreti, i propri tic, le proprie passioni, le proprie
speranze, i propri pensieri e a volte ha anche la voglia di raccontarli. Di
cercare un dialogo, un ponte, un contatto. Ciascuno di noi ha la propria vita
insomma. La fiumana che sale le scale in metropolitana al mattino è più varia
di quanto possiamo immaginare vendendoci al di fuori muovere tutti allo stesso
passo, tutti alla stessa ora, tutti nella stessa direzione, tutti vestiti col
cappotto nero.
Posso dire che ogni dialogo che riporterò in questa nuova fiammante rubrica è vero e accaduto realmente, senza coloriture romanzesche. Altrimenti che gusto ci sarebbe? Lo giuro con la mano sul Manifesto del Partito Comunista, potete fidarvi diamine! Non so se sono io ad attirare certe confidenze, non saprei. O forse è il mio buon vecchio occhio miope che ancora sa individuare, nella folla monocolore di cui sopra, le persone più interessanti, più ganze, più più.
Una storia di Milano per persone, non solo per luoghi.
Un catalogo di viventi e di scambi umani, dispiegati in modo del tutto
casuale tra le maglie di questa città, nei luoghi e nelle circostanze più
disparate.
Benvenuti in questi nuovi squarci di verità della città di Milano, dei
suoi abitanti, dell’amore che ho per questa città e per le perle che ogni
giorno butta sul mio cammino sfidandomi ad accorgermene e a
raccoglierle. E a custodirle.